Accoglienza non significa illegalità: chi infrange la legge deve essere allontanato dalla nostra comunità
pubbl.: 12 Maggio 2018 - Ufficio Stampa

“Accoglienza non significa illegalità: chi infrange la legge deve essere allontanato dalla nostra comunità perché non si può accettare che il nostro paese e i suoi cittadini non siano rispettati”: così il sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi, sull’arresto per spaccio di cinque richiedenti asilo.

“Un fatto grave, sul quale chi ha la responsabilità mi auguro che possa prendere le decisioni auspicate, perché chi infrange la legge, tanto più se accolto da una comunità e da una città, deve essere rimandato a casa propria”.
È netto il commento del sindaco, Ilenia Malavasi, in merito alle indagini dei Carabinieri che hanno portato alla denuncia per spaccio di marijuana di cinque richiedenti asilo, in carico a una cooperativa e domiciliati in un alloggio privato a Correggio.
“Nel ringraziare la Forze dell’Ordine per il lavoro d’indagine svolto, ritengo che questo episodio porti con sé alcune riflessioni. Accogliere significa dare una disponibilità importante, mettere a disposizione energie positive per dare un contributo decisivo alla gestione dei tanti profughi che sbarcano sulle coste italiane. Accogliere significa al tempo stesso pretendere rispetto delle regole. Accoglienza non significa illegalità e questi episodi evidenziano come non tutte le persone che richiedono di far parte di una comunità lo meritano davvero. Non voglio generalizzare, ma di certo mi interrogo sul modello di accoglienza, sull’efficacia delle decisioni, sugli sforzi dei nostri Comuni per accogliere in modo diffuso e per evitare ghetti o concentrazioni non opportune, sulle scelte fatte per poter fare svolgere lavori di pubblica utilità e per costruire giorno dopo giorno una comunità aperta e armoniosa. Infine, come sindaco, non posso non interrogarmi in merito ad altri due aspetti: Correggio ha, da sempre, una tradizione di accoglienza e solidarietà e la stragrande maggioranza dei nostri cittadini di origine straniera si è integrata nella nostra realtà grazie al lavoro, alla scuola, al volontariato, contribuendo ad arricchire la conoscenza reciproca e le nostre culture. Di fronte a episodi di questo genere, il mio pensiero va soprattutto a loro, ai loro sacrifici, al loro impegno, che rischia di essere banalizzato per il comportamento di quattro, cinque delinquenti. Episodi così gravi oscurano infatti in un attimo la presenza di tante persone per bene, con le quali si fa un enorme e positivo lavoro per l’accoglienza e l’integrazione. Insomma, per me la differenza rimane tra persone oneste e delinquenti, indipendentemente dal colore della pelle o dalla loro provenienza. Per questo auspico il loro allontanamento dalla nostra comunità, perché non si può accettare che non rispettino il nostro paese e i suoi cittadini. Al tempo stesso occorre rilevare che i clienti di questo giro di spaccio sono tutti studenti minorenni reggiani, che risiedono nei nostri comuni e frequentano le nostre scuole. Questo è un altro segnale che mi preoccupa molto, perché riguarda la nostra comunità, le nostre famiglie e l’educazione dei nostri giovani e che richiede l’impegno di tutti, a partire dalle scuole e dalle famiglie. In settimana convocherò il tavolo, già attivo in Comune, sul disagio giovanile, per valutare quali ulteriori azioni mettere in campo dopo questi episodi”.

CorreggioProssim@mente


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Accoglienza non significa illegalità: chi infrange la legge deve essere allontanato dalla nostra comunità
pubbl.: 12 Maggio 2018 - Ufficio Stampa

“Accoglienza non significa illegalità: chi infrange la legge deve essere allontanato dalla nostra comunità perché non si può accettare che il nostro paese e i suoi cittadini non siano rispettati”: così il sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi, sull’arresto per spaccio di cinque richiedenti asilo.

“Un fatto grave, sul quale chi ha la responsabilità mi auguro che possa prendere le decisioni auspicate, perché chi infrange la legge, tanto più se accolto da una comunità e da una città, deve essere rimandato a casa propria”.
È netto il commento del sindaco, Ilenia Malavasi, in merito alle indagini dei Carabinieri che hanno portato alla denuncia per spaccio di marijuana di cinque richiedenti asilo, in carico a una cooperativa e domiciliati in un alloggio privato a Correggio.
“Nel ringraziare la Forze dell’Ordine per il lavoro d’indagine svolto, ritengo che questo episodio porti con sé alcune riflessioni. Accogliere significa dare una disponibilità importante, mettere a disposizione energie positive per dare un contributo decisivo alla gestione dei tanti profughi che sbarcano sulle coste italiane. Accogliere significa al tempo stesso pretendere rispetto delle regole. Accoglienza non significa illegalità e questi episodi evidenziano come non tutte le persone che richiedono di far parte di una comunità lo meritano davvero. Non voglio generalizzare, ma di certo mi interrogo sul modello di accoglienza, sull’efficacia delle decisioni, sugli sforzi dei nostri Comuni per accogliere in modo diffuso e per evitare ghetti o concentrazioni non opportune, sulle scelte fatte per poter fare svolgere lavori di pubblica utilità e per costruire giorno dopo giorno una comunità aperta e armoniosa. Infine, come sindaco, non posso non interrogarmi in merito ad altri due aspetti: Correggio ha, da sempre, una tradizione di accoglienza e solidarietà e la stragrande maggioranza dei nostri cittadini di origine straniera si è integrata nella nostra realtà grazie al lavoro, alla scuola, al volontariato, contribuendo ad arricchire la conoscenza reciproca e le nostre culture. Di fronte a episodi di questo genere, il mio pensiero va soprattutto a loro, ai loro sacrifici, al loro impegno, che rischia di essere banalizzato per il comportamento di quattro, cinque delinquenti. Episodi così gravi oscurano infatti in un attimo la presenza di tante persone per bene, con le quali si fa un enorme e positivo lavoro per l’accoglienza e l’integrazione. Insomma, per me la differenza rimane tra persone oneste e delinquenti, indipendentemente dal colore della pelle o dalla loro provenienza. Per questo auspico il loro allontanamento dalla nostra comunità, perché non si può accettare che non rispettino il nostro paese e i suoi cittadini. Al tempo stesso occorre rilevare che i clienti di questo giro di spaccio sono tutti studenti minorenni reggiani, che risiedono nei nostri comuni e frequentano le nostre scuole. Questo è un altro segnale che mi preoccupa molto, perché riguarda la nostra comunità, le nostre famiglie e l’educazione dei nostri giovani e che richiede l’impegno di tutti, a partire dalle scuole e dalle famiglie. In settimana convocherò il tavolo, già attivo in Comune, sul disagio giovanile, per valutare quali ulteriori azioni mettere in campo dopo questi episodi”.

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