Battaglia di Canolo: domenica 2 febbraio il 75esimo anniversario
pubbl.: 27 Gennaio 2020 modif.: 23 Gennaio 2020 - Ufficio Stampa

Domenica 2 febbraio ricorre il 75esimo anniversario della Battaglia di Canolo. Questo il programma delle celebrazioni: alle ore 9 deposizione dei fiori sul cippo di Vittorio (medaglia d’oro al Valor Militare) e Vandina Saltini; alle ore 9,30 S. Messa nella chiesa parrocchiale di San Paolo; alle ore 10,30 sfilata commemorativa per le vie di Canolo con partenza dal monumento a Don Pasquino Borghi (medaglia d’oro al Valor Militare) e deposizione dei fiori sui cippi dei caduti, con la banda cittadina “Luigi Asioli” ad accompagnare la manifestazione; alle ore 11,15, alla polisportiva “La Canolese”, interventi di Martina Catellani, consigliere comunale di Correggio, e di Giuseppe Lini, presidente dell’ANPI, sezione di Correggio.
Alle ore 12, sempre alla Polisportiva, letture a cura della compagnia “Instabile” di Casa Spartaco.
A seguire “Pranzo resistente” (23 euro, tutto compreso: info e prenotazioni, 347.5028031 – 338.7211374).
Sempre domenica 2 febbraio, in via Canolo 46/A, esposizione di reperti della Prima Guerra Mondiale ampliata e arricchita con la ricostruzione di oggetti del soccorso sanitario: dalle 10 alle 12 e dalle 15,30 alle 20.

La “Battaglia di Canolo” è un episodio bellico che prese il via nella notte del 25 gennaio 1945, quando erano riuniti in una casa di Canolo i comandanti partigiani Guerrino Cavazzoni “Ciro”, Renato Bolondi “Maggi”, Mario Saccani “Nero”, Raul Incerti “Bobi”, Vasco Guaitolini “Biavati”, Abbo Panisi “Nelson”, Egidio Baraldi “Walter”. L’antefatto si svolge la sera precedente, quando Vittorio Saltini, “Toti”, al termine di una riunione segreta e prima di un altro appuntamento a San Michele di Bagnolo, decide di passare a salutare i suoi famigliari, nella casa colonica del fratello Adalciso, nei pressi di Fosdondo. Non sa che i fascisti lo stanno aspettando, ma quando si accorge della trappola fa in tempo a distruggere il verbale della riunione tenuta la sera prima e tenta di fuggire passando per il fienile. Muore crivellato di colpi, alle otto del mattino. Nel pomeriggio, una sua sorella, Vandina, staffetta partigiana, appena rientrata da una missione vede il cadavere del fratello e si scaglia contro i fascisti rimasti sul posto, gridandogli “assassini” e rimanendo anch’essa uccisa da due colpi di pistola.
All’alba del 25 gennaio, la casa di Canolo fu accerchiata da truppe tedesche e fasciste e all’intimazione della resa i partigiani presenti decisero di opporre resistenza. Si scatenò così un durissimo combattimento che si protrasse per un’ora. I partigiani tentarono prima di fuggire da una finestra che dava sui campi, ma la strada venne sbarrata da colpi di mitragliatrice. Poi, sparando e lanciando bombe, uscirono dal portone principale, dileguandosi tra le case vicine e nei campi. Riuscirono a salvarsi quasi tutti, tranne due, che si sacrificarono coprendo la ritirata dei compagni: Vasco Guaitolini morì mentre correva verso una mitragliatrice e con lui Abbo Panisi, mentre stava scavalcando una siepe. Alla fine la casa venne completamente razziata e data alle fiamme.

CorreggioProssim@mente


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Battaglia di Canolo: domenica 2 febbraio il 75esimo anniversario
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Domenica 2 febbraio ricorre il 75esimo anniversario della Battaglia di Canolo. Questo il programma delle celebrazioni: alle ore 9 deposizione dei fiori sul cippo di Vittorio (medaglia d’oro al Valor Militare) e Vandina Saltini; alle ore 9,30 S. Messa nella chiesa parrocchiale di San Paolo; alle ore 10,30 sfilata commemorativa per le vie di Canolo con partenza dal monumento a Don Pasquino Borghi (medaglia d’oro al Valor Militare) e deposizione dei fiori sui cippi dei caduti, con la banda cittadina “Luigi Asioli” ad accompagnare la manifestazione; alle ore 11,15, alla polisportiva “La Canolese”, interventi di Martina Catellani, consigliere comunale di Correggio, e di Giuseppe Lini, presidente dell’ANPI, sezione di Correggio.
Alle ore 12, sempre alla Polisportiva, letture a cura della compagnia “Instabile” di Casa Spartaco.
A seguire “Pranzo resistente” (23 euro, tutto compreso: info e prenotazioni, 347.5028031 – 338.7211374).
Sempre domenica 2 febbraio, in via Canolo 46/A, esposizione di reperti della Prima Guerra Mondiale ampliata e arricchita con la ricostruzione di oggetti del soccorso sanitario: dalle 10 alle 12 e dalle 15,30 alle 20.

La “Battaglia di Canolo” è un episodio bellico che prese il via nella notte del 25 gennaio 1945, quando erano riuniti in una casa di Canolo i comandanti partigiani Guerrino Cavazzoni “Ciro”, Renato Bolondi “Maggi”, Mario Saccani “Nero”, Raul Incerti “Bobi”, Vasco Guaitolini “Biavati”, Abbo Panisi “Nelson”, Egidio Baraldi “Walter”. L’antefatto si svolge la sera precedente, quando Vittorio Saltini, “Toti”, al termine di una riunione segreta e prima di un altro appuntamento a San Michele di Bagnolo, decide di passare a salutare i suoi famigliari, nella casa colonica del fratello Adalciso, nei pressi di Fosdondo. Non sa che i fascisti lo stanno aspettando, ma quando si accorge della trappola fa in tempo a distruggere il verbale della riunione tenuta la sera prima e tenta di fuggire passando per il fienile. Muore crivellato di colpi, alle otto del mattino. Nel pomeriggio, una sua sorella, Vandina, staffetta partigiana, appena rientrata da una missione vede il cadavere del fratello e si scaglia contro i fascisti rimasti sul posto, gridandogli “assassini” e rimanendo anch’essa uccisa da due colpi di pistola.
All’alba del 25 gennaio, la casa di Canolo fu accerchiata da truppe tedesche e fasciste e all’intimazione della resa i partigiani presenti decisero di opporre resistenza. Si scatenò così un durissimo combattimento che si protrasse per un’ora. I partigiani tentarono prima di fuggire da una finestra che dava sui campi, ma la strada venne sbarrata da colpi di mitragliatrice. Poi, sparando e lanciando bombe, uscirono dal portone principale, dileguandosi tra le case vicine e nei campi. Riuscirono a salvarsi quasi tutti, tranne due, che si sacrificarono coprendo la ritirata dei compagni: Vasco Guaitolini morì mentre correva verso una mitragliatrice e con lui Abbo Panisi, mentre stava scavalcando una siepe. Alla fine la casa venne completamente razziata e data alle fiamme.

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