Impianti di telefonia mobile
pubbl.: 19 Febbraio 2008 - Ufficio Stampa

L’intenso sviluppo delle reti di telecomunicazioni ed in particolare della telefonia mobile, ha  prodotto la diffusione di “ragnatele” di campi elettromagnetici.
Per essere connessi con il nostro cellulare in ogni luogo abbiamo necessità di “piena copertura”.
I nodi di queste reti sono le stazioni radio base: sistemi ricetrasmittenti costituiti da impianti fissi terrestri che, utilizzando la tecnologia delle onde radio, consentono agli utenti degli apparati portatili di comunicare tra loro e con gli impianti fissi.
A Correggio in dieci anni sono state realizzate 18 stazioni radio base  da parte dei quattro principali gestori delle reti di telefonia mobile.
L’amministrazione, allo scopo di disciplinare tali installazioni, nel 2001 ha adottato un apposito Regolamento per l’autorizzazione degli impianti fissi e la minimizzazione dell’esposizione ai campi  elettromagnetici.
La successiva gestione del regolamento, compresa la scelta di indirizzare le installazione degli impianti su aree pubbliche ritenute idonee, hanno consentito di governare la localizzazione delle antenne assicurando un buon inserimento nel contesto urbano.
Per valutare lo stato di pressione ambientale generata dalle stazioni radio base, a sei anni dall’entrata in vigore del Regolamento, nel 2007 è stata compiuta una campagna generale di monitoraggio nel corso della quale sono stati misurati i livelli di campo elettrico e magnetico in prossimità di ciascun impianto.
I risultati dell’indagine, svolta dallo Studio Alfa di Reggio Emilia nell’ambito della costruzione del Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale Comunale, restituiscono una situazione complessiva relativamente positiva: in tutti i siti sono stati rilevati valori inferiori agli obiettivi di qualità di esposizione ai campi elettromagnetici stabiliti dalla normativa italiana, tra le più cautelative dell’intera Europa.
La campagna di rilevamenti ha inoltre evidenziato una diffusione territoriale delle emissioni elettromagnetiche di ciascun impianto non lineare rispetto alle fonti di irraggiamento, dimostrando che le distanze precauzionali di 200 e 400 metri di rispetto dalle aree  sensibili (scuole, ospedale, ecc.) non sono un indicatore sufficiente. E’ preferibile pertanto proseguire un’attività di monitoraggio puntuale, la sola in grado di valutare l’effettiva qualità ambientale che vogliamo garantire al nostro territorio.

CorreggioProssim@mente


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pubbl.: 19 Febbraio 2008 - Ufficio Stampa

L’intenso sviluppo delle reti di telecomunicazioni ed in particolare della telefonia mobile, ha  prodotto la diffusione di “ragnatele” di campi elettromagnetici.
Per essere connessi con il nostro cellulare in ogni luogo abbiamo necessità di “piena copertura”.
I nodi di queste reti sono le stazioni radio base: sistemi ricetrasmittenti costituiti da impianti fissi terrestri che, utilizzando la tecnologia delle onde radio, consentono agli utenti degli apparati portatili di comunicare tra loro e con gli impianti fissi.
A Correggio in dieci anni sono state realizzate 18 stazioni radio base  da parte dei quattro principali gestori delle reti di telefonia mobile.
L’amministrazione, allo scopo di disciplinare tali installazioni, nel 2001 ha adottato un apposito Regolamento per l’autorizzazione degli impianti fissi e la minimizzazione dell’esposizione ai campi  elettromagnetici.
La successiva gestione del regolamento, compresa la scelta di indirizzare le installazione degli impianti su aree pubbliche ritenute idonee, hanno consentito di governare la localizzazione delle antenne assicurando un buon inserimento nel contesto urbano.
Per valutare lo stato di pressione ambientale generata dalle stazioni radio base, a sei anni dall’entrata in vigore del Regolamento, nel 2007 è stata compiuta una campagna generale di monitoraggio nel corso della quale sono stati misurati i livelli di campo elettrico e magnetico in prossimità di ciascun impianto.
I risultati dell’indagine, svolta dallo Studio Alfa di Reggio Emilia nell’ambito della costruzione del Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale Comunale, restituiscono una situazione complessiva relativamente positiva: in tutti i siti sono stati rilevati valori inferiori agli obiettivi di qualità di esposizione ai campi elettromagnetici stabiliti dalla normativa italiana, tra le più cautelative dell’intera Europa.
La campagna di rilevamenti ha inoltre evidenziato una diffusione territoriale delle emissioni elettromagnetiche di ciascun impianto non lineare rispetto alle fonti di irraggiamento, dimostrando che le distanze precauzionali di 200 e 400 metri di rispetto dalle aree  sensibili (scuole, ospedale, ecc.) non sono un indicatore sufficiente. E’ preferibile pertanto proseguire un’attività di monitoraggio puntuale, la sola in grado di valutare l’effettiva qualità ambientale che vogliamo garantire al nostro territorio.

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