L’Ottocento e il “mito” di Correggio
pubbl.: 25 Maggio 2021 - Ufficio Stampa

L’Ottocento e il mito di Correggio: conversazione d’arte con Carla Campanini, storica dell’arte del Complesso Monumentale della Pilotta di Parma.

Proseguono gli appuntamenti online della Fondazione “Il Correggio” con un incontro, condotto dalla dottoressa Carla Campanini, funzionaria storica dell’arte del Complesso Monumentale della Pilotta di Parma, dal titolo “L’Ottocento e il mito di Correggio”.
La conversazione sarà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook e sul canale YouTube della Fondazione Il Correggio giovedì 27 maggio, alle ore 17.

L’Ottocento e il mito di Correggio” è innanzitutto un omaggio a due figure fondamentali della storia parmense: Maria Luigia d’Asburgo, Duchessa di Parma, e l’incisore Paolo Toschi. Ma vuole anche essere la soluzione virtuosa di un problema allestitivo da sempre irrisolto. La Rocchetta, teatro di questa “mostra permanente”, infatti, è uno spazio cruciale dal punto di vista storico, ma di difficile musealizzazione. Vi sono ospitate le pale del Correggio in un allestimento ottocentesco, storicizzato e quindi inamovibile, ma in una posizione anomala e alla fine del percorso, cronologicamente fuori contesto e appena dopo le opere settecentesche dell’Accademia. Se si tiene conto che il Correggio della Rocchetta non è un Correggio pienamente rinascimentale, ma è un Correggio culturalmente reinventato nel XIX secolo, però, il problema allestitivo sopra citato risulta risolto. Restituite al Ducato dopo le spoliazioni napoleoniche, in effetti, le sue opere non vennero ricollocate sugli altari delle chiese in cui si trovavano, ma vennero appese in Pilotta ad altezza d’occhio, rendendo possibile un dialogo a tu per tu tra il visitatore e il divino che prima della Rivoluzione francese sarebbe stato impensabile. Un dialogo che ispirò la rinascita artistica e “nazionale” del ducato sotto gli auspici di un nume tutelare individuato proprio nel Correggio.
Così come sono state riallestite in epoca luigina, dunque, queste opere rinascimentali sono diventate a pieno titolo anche espressione della cultura borghese dell’Ottocento. Uno stravolgimento culturale che un nuovo percorso ricomprensivo vuole finalmente esplicitare, servendosi dei principi di una museologia contemporanea, al crocevia tra storia dell’arte e storia delle collezioni. In contrappunto con gli originali del Cinquecento, perciò, si troverà per la prima volta esposta al pubblico una selezione di dipinti della pittura ottocentesca parmense, accompagnata da un ampio corredo documentario di approfondimento e confronto che consenta di meglio chiarire il senso di una reinvenzione culturale e artistica di primaria importanza per la storiografia dell’arte italiana.

La conversazione resterà poi registrata a disposizione sugli stessi canali della Fondazione Il Correggio

L’Ottocento e il mito di Correggio
Conversazione d’arte a cura di Carla Campanini
Giovedì 27 maggio 2021, ore 17

CorreggioProssim@mente


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L’Ottocento e il mito di Correggio” è innanzitutto un omaggio a due figure fondamentali della storia parmense: Maria Luigia d’Asburgo, Duchessa di Parma, e l’incisore Paolo Toschi. Ma vuole anche essere la soluzione virtuosa di un problema allestitivo da sempre irrisolto. La Rocchetta, teatro di questa “mostra permanente”, infatti, è uno spazio cruciale dal punto di vista storico, ma di difficile musealizzazione. Vi sono ospitate le pale del Correggio in un allestimento ottocentesco, storicizzato e quindi inamovibile, ma in una posizione anomala e alla fine del percorso, cronologicamente fuori contesto e appena dopo le opere settecentesche dell’Accademia. Se si tiene conto che il Correggio della Rocchetta non è un Correggio pienamente rinascimentale, ma è un Correggio culturalmente reinventato nel XIX secolo, però, il problema allestitivo sopra citato risulta risolto. Restituite al Ducato dopo le spoliazioni napoleoniche, in effetti, le sue opere non vennero ricollocate sugli altari delle chiese in cui si trovavano, ma vennero appese in Pilotta ad altezza d’occhio, rendendo possibile un dialogo a tu per tu tra il visitatore e il divino che prima della Rivoluzione francese sarebbe stato impensabile. Un dialogo che ispirò la rinascita artistica e “nazionale” del ducato sotto gli auspici di un nume tutelare individuato proprio nel Correggio.
Così come sono state riallestite in epoca luigina, dunque, queste opere rinascimentali sono diventate a pieno titolo anche espressione della cultura borghese dell’Ottocento. Uno stravolgimento culturale che un nuovo percorso ricomprensivo vuole finalmente esplicitare, servendosi dei principi di una museologia contemporanea, al crocevia tra storia dell’arte e storia delle collezioni. In contrappunto con gli originali del Cinquecento, perciò, si troverà per la prima volta esposta al pubblico una selezione di dipinti della pittura ottocentesca parmense, accompagnata da un ampio corredo documentario di approfondimento e confronto che consenta di meglio chiarire il senso di una reinvenzione culturale e artistica di primaria importanza per la storiografia dell’arte italiana.

La conversazione resterà poi registrata a disposizione sugli stessi canali della Fondazione Il Correggio

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Conversazione d’arte a cura di Carla Campanini
Giovedì 27 maggio 2021, ore 17

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