69esimo anniversario della Battaglia di Fosdondo
pubbl.: 3 Aprile 2014 - Ufficio Stampa

Domenica 13 aprile si ricorda il 69° anniversario della Battaglia di Fosdondo, scontro a fuoco avvenuto il 15 aprile 1945. Il programma delle celebrazioni prevede, alle ore 11, il raduno in bicicletta in corso Mazzini, sotto l’orologio; alle ore 11,30 ritrovo al Centro Sociale di Fosdondo e sfilata con deposizione dei fiori sui Cippi dei Caduti accompagnata dalla Banda Luigi Asioli; a seguire interventi di Adriana Cogode, Commissario Straordinario del Comune di Correggio, e di Fabrizio Tavernelli, presidente dell’ANPI Correggio. Alle ore 13, pranzo organizzato da ANPI Correggio al Circolo “Arcobaleno” di Fosdondo e, alle ore 15, partenza della biciclettata sui luoghi della battaglia, con testimonianze e letture. L’iniziativa si svolge in memoria di Luciana Morgotti, attivista ANPI, recentemente e prematuramente scomparsa.

 

La Battaglia di Fosdondo, accanto al combattimento di Fabbrico del 27 febbraio, è unanimemente riconosciuta come il più importante fatto d’armi di tutta la Resistenza nella pianura reggiana. Ad essa, in un succedersi continuo di scontri non coordinati e non programmati che si sviluppa in pratica per l’intera giornata del 15 aprile partecipano circa 180 partigiani.
La mattina del 15 aprile si apprende che un notevole carico d’armi è fermo a Gazzata. Si incarica d’andarlo a prelevare Sergio Fontanesi (Mauser) insieme a Giacomo Pratisoli (Aldo). Verso mezzogiorno un gruppo di fascisti, proveniente da Bagnolo e diretto a Correggio, cattura Ennio Bassoli (Musco). I partigiani dei distaccamento di Fosdondo li attaccano, permettendo al prigioniero di fuggire, ma, nel primo pomeriggio, il gruppo di fascisti bagnolesi che sta facendo ritorno al proprio presidio si ferma a Fosdondo cominciando a perquisire case e  cittadini. Proprio in questo momento arrivano Musco e Aldo, seguiti da altri partigiani con il carico d’armi. I fascisti fermano i due e li uccidono. I partigiani, a loro volta, aprono il fuoco contro i fascisti. Alcuni rimangono uccisi e altri si ritirano nella chiesa da dove continuano a sparare. A questo punto i partigiani decidono di chiamare rinforzi, tra cui un distaccamento G.A.P.. A questo punto l’eco della battaglia si è ormai propagata a tutto il territorio circostante e i fascisti convogliano sul luogo circa 300 uomini, accerchiando i partigiani. Mentre si avvicinano, i fascisti gridano alcuni nomi di battaglia tra cui “Carburo” (Paride Caminati) e “Diavolo” (Germano Nicolini). Il primo, credendo che si tratti di compagni, si alza e si avvicina, ma a pochi metri di distanza viene freddato da una scarica di mitra. Oramai la battaglia è campale: non molto distante anche il giovane Luciano Tondelli (Bandiera) viene ucciso dal fuoco nemico. Il comandante “Diavolo” dà ordine di sganciarsi. Angiolino Morselli (Pippo) non si muove dalla propria postazione e tiene impegnato il nemico permettendo ai compagni di ritirarsi e di salvarsi.
Questo il bilancio dell’intera giornata: cinque partigiani e due civili uccisi e tre feriti. Non è mai stato possibile accertare le perdite in campo fascista, anche se, dall’andamento del combattimento, si presume ammontino a qualche decina.

CorreggioProssim@mente


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69esimo anniversario della Battaglia di Fosdondo
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Domenica 13 aprile si ricorda il 69° anniversario della Battaglia di Fosdondo, scontro a fuoco avvenuto il 15 aprile 1945. Il programma delle celebrazioni prevede, alle ore 11, il raduno in bicicletta in corso Mazzini, sotto l’orologio; alle ore 11,30 ritrovo al Centro Sociale di Fosdondo e sfilata con deposizione dei fiori sui Cippi dei Caduti accompagnata dalla Banda Luigi Asioli; a seguire interventi di Adriana Cogode, Commissario Straordinario del Comune di Correggio, e di Fabrizio Tavernelli, presidente dell’ANPI Correggio. Alle ore 13, pranzo organizzato da ANPI Correggio al Circolo “Arcobaleno” di Fosdondo e, alle ore 15, partenza della biciclettata sui luoghi della battaglia, con testimonianze e letture. L’iniziativa si svolge in memoria di Luciana Morgotti, attivista ANPI, recentemente e prematuramente scomparsa.

 

La Battaglia di Fosdondo, accanto al combattimento di Fabbrico del 27 febbraio, è unanimemente riconosciuta come il più importante fatto d’armi di tutta la Resistenza nella pianura reggiana. Ad essa, in un succedersi continuo di scontri non coordinati e non programmati che si sviluppa in pratica per l’intera giornata del 15 aprile partecipano circa 180 partigiani.
La mattina del 15 aprile si apprende che un notevole carico d’armi è fermo a Gazzata. Si incarica d’andarlo a prelevare Sergio Fontanesi (Mauser) insieme a Giacomo Pratisoli (Aldo). Verso mezzogiorno un gruppo di fascisti, proveniente da Bagnolo e diretto a Correggio, cattura Ennio Bassoli (Musco). I partigiani dei distaccamento di Fosdondo li attaccano, permettendo al prigioniero di fuggire, ma, nel primo pomeriggio, il gruppo di fascisti bagnolesi che sta facendo ritorno al proprio presidio si ferma a Fosdondo cominciando a perquisire case e  cittadini. Proprio in questo momento arrivano Musco e Aldo, seguiti da altri partigiani con il carico d’armi. I fascisti fermano i due e li uccidono. I partigiani, a loro volta, aprono il fuoco contro i fascisti. Alcuni rimangono uccisi e altri si ritirano nella chiesa da dove continuano a sparare. A questo punto i partigiani decidono di chiamare rinforzi, tra cui un distaccamento G.A.P.. A questo punto l’eco della battaglia si è ormai propagata a tutto il territorio circostante e i fascisti convogliano sul luogo circa 300 uomini, accerchiando i partigiani. Mentre si avvicinano, i fascisti gridano alcuni nomi di battaglia tra cui “Carburo” (Paride Caminati) e “Diavolo” (Germano Nicolini). Il primo, credendo che si tratti di compagni, si alza e si avvicina, ma a pochi metri di distanza viene freddato da una scarica di mitra. Oramai la battaglia è campale: non molto distante anche il giovane Luciano Tondelli (Bandiera) viene ucciso dal fuoco nemico. Il comandante “Diavolo” dà ordine di sganciarsi. Angiolino Morselli (Pippo) non si muove dalla propria postazione e tiene impegnato il nemico permettendo ai compagni di ritirarsi e di salvarsi.
Questo il bilancio dell’intera giornata: cinque partigiani e due civili uccisi e tre feriti. Non è mai stato possibile accertare le perdite in campo fascista, anche se, dall’andamento del combattimento, si presume ammontino a qualche decina.

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