Battaglia di Canolo: domenica 24 gennaio il 76esimo anniversario
pubbl.: 15 Gennaio 2021 - Ufficio Stampa

Battaglia di Canolo: domenica 24 gennaio il 76esimo anniversario.

Domenica 24 gennaio ricorre il 76esimo anniversario della Battaglia di Canolo. Questo il programma della giornata: alle ore 9,30, con partenza dal cippo di Vittorio (medaglia d’oro al Valor Militare) e Vandina Saltini, in via Bonacina, deposizione dei fiori sui monumenti e sulle lapidi ai caduti di Canolo, accompagnata da Gabriele Andreoli, della banda cittadina “L. Asioli”; alle ore 11, alla chiesa parrocchiale di San Paolo, deposizione dei fiori al monumento a don Pasquino Borghi; a seguire, Santa Messa.
A causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, nel rispetto delle normative in vigore, l’iniziativa non è aperta alla cittadinanza.

La “Battaglia di Canolo” è un episodio bellico che prese il via nella notte del 25 gennaio 1945, quando erano riuniti in una casa di Canolo i comandanti partigiani Guerrino Cavazzoni “Ciro”, Renato Bolondi “Maggi”, Mario Saccani “Nero”, Raul Incerti “Bobi”, Vasco Guaitolini “Biavati”, Abbo Panisi “Nelson”, Egidio Baraldi “Walter”. L’antefatto si svolge la sera precedente, quando Vittorio Saltini, “Toti”, al termine di una riunione segreta e prima di un altro appuntamento a San Michele di Bagnolo, decide di passare a salutare i suoi famigliari, nella casa colonica del fratello Adalciso, nei pressi di Fosdondo. Non sa che i fascisti lo stanno aspettando, ma quando si accorge della trappola fa in tempo a distruggere il verbale della riunione tenuta la sera prima e tenta di fuggire passando per il fienile. Muore crivellato di colpi, alle otto del mattino. Nel pomeriggio, una sua sorella, Vandina, staffetta partigiana, appena rientrata da una missione vede il cadavere del fratello e si scaglia contro i fascisti rimasti sul posto, gridandogli “assassini” e rimanendo anch’essa uccisa da due colpi di pistola.
All’alba del 25 gennaio, la casa di Canolo fu accerchiata da truppe tedesche e fasciste e all’intimazione della resa i partigiani presenti decisero di opporre resistenza. Si scatenò così un durissimo combattimento che si protrasse per un’ora. I partigiani tentarono prima di fuggire da una finestra che dava sui campi, ma la strada venne sbarrata da colpi di mitragliatrice. Poi, sparando e lanciando bombe, uscirono dal portone principale, dileguandosi tra le case vicine e nei campi. Riuscirono a salvarsi quasi tutti, tranne due, che si sacrificarono coprendo la ritirata dei compagni: Vasco Guaitolini morì mentre correva verso una mitragliatrice e con lui Abbo Panisi, mentre stava scavalcando una siepe. Alla fine la casa venne completamente razziata e data alle fiamme.

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Battaglia di Canolo: domenica 24 gennaio il 76esimo anniversario
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Domenica 24 gennaio ricorre il 76esimo anniversario della Battaglia di Canolo. Questo il programma della giornata: alle ore 9,30, con partenza dal cippo di Vittorio (medaglia d’oro al Valor Militare) e Vandina Saltini, in via Bonacina, deposizione dei fiori sui monumenti e sulle lapidi ai caduti di Canolo, accompagnata da Gabriele Andreoli, della banda cittadina “L. Asioli”; alle ore 11, alla chiesa parrocchiale di San Paolo, deposizione dei fiori al monumento a don Pasquino Borghi; a seguire, Santa Messa.
A causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, nel rispetto delle normative in vigore, l’iniziativa non è aperta alla cittadinanza.

La “Battaglia di Canolo” è un episodio bellico che prese il via nella notte del 25 gennaio 1945, quando erano riuniti in una casa di Canolo i comandanti partigiani Guerrino Cavazzoni “Ciro”, Renato Bolondi “Maggi”, Mario Saccani “Nero”, Raul Incerti “Bobi”, Vasco Guaitolini “Biavati”, Abbo Panisi “Nelson”, Egidio Baraldi “Walter”. L’antefatto si svolge la sera precedente, quando Vittorio Saltini, “Toti”, al termine di una riunione segreta e prima di un altro appuntamento a San Michele di Bagnolo, decide di passare a salutare i suoi famigliari, nella casa colonica del fratello Adalciso, nei pressi di Fosdondo. Non sa che i fascisti lo stanno aspettando, ma quando si accorge della trappola fa in tempo a distruggere il verbale della riunione tenuta la sera prima e tenta di fuggire passando per il fienile. Muore crivellato di colpi, alle otto del mattino. Nel pomeriggio, una sua sorella, Vandina, staffetta partigiana, appena rientrata da una missione vede il cadavere del fratello e si scaglia contro i fascisti rimasti sul posto, gridandogli “assassini” e rimanendo anch’essa uccisa da due colpi di pistola.
All’alba del 25 gennaio, la casa di Canolo fu accerchiata da truppe tedesche e fasciste e all’intimazione della resa i partigiani presenti decisero di opporre resistenza. Si scatenò così un durissimo combattimento che si protrasse per un’ora. I partigiani tentarono prima di fuggire da una finestra che dava sui campi, ma la strada venne sbarrata da colpi di mitragliatrice. Poi, sparando e lanciando bombe, uscirono dal portone principale, dileguandosi tra le case vicine e nei campi. Riuscirono a salvarsi quasi tutti, tranne due, che si sacrificarono coprendo la ritirata dei compagni: Vasco Guaitolini morì mentre correva verso una mitragliatrice e con lui Abbo Panisi, mentre stava scavalcando una siepe. Alla fine la casa venne completamente razziata e data alle fiamme.

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