Battaglia di Canolo: domenica 30 gennaio il 77esimo anniversario
pubbl.: 25 Gennaio 2022 - Ufficio Stampa

Battaglia di Canolo: domenica 30 gennaio il 77esimo anniversario.

Domenica 30 gennaio si commemora a Correggio il 77esimo anniversario della “Battaglia di Canolo”, che si combatté il 25 gennaio 1945.
Questo il programma della giornata: alle 9, ritrovo in via Bonacina per la deposizione dei fiori sul cippo di Vittorio e Vandina Saltini; alle ore 9,30, a Canolo, nella chiesa parrocchiale di San Paolo, Santa Messa, cui segue, alle ore 10,30, la deposizione dei fiori sui cippi e sulle lapidi ai caduti, con partenza dal monumento a don Pasquino Borghi, accompagnata dalla banda cittadina “L. Asioli”. Alle ore 11,15, infine, alla Polisportiva La Canolese, gli interventi di Gianmarco Marzocchini, vicesindaco di Correggio, e di Giuseppe Lini, presidente ANPI Correggio, con letture a cura di Carmelina Panisi, ANPI Correggio.
L’iniziativa si lega idealmente alla commemorazione, che si svolge sempre domenica 30 gennaio al Poligono di tiro di Reggio Emilia, dove sarà ricordato il 78esimo anniversario della fucilazione di nove martiri – Ferruccio Battini, Romeo Benassi, don Pasquino Borghi, Umberto Dodi, Dario Gaiti, Destino Giovannetti, Enrico Menozzi, Contardo Trentini, Enrico Zambonini – da parte della gendarmeria fascista.

“Lo scorso anno avevamo promosso questo appuntamento in una forma ridotta, a causa della pandemia”, commenta il sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi. “Quest’anno, pur nel rispetto assoluto delle norme anticontagio in vigore, proviamo a riannodare il filo della memoria, che ci unisce nel ricordo e nel ringraziamento di chi ha sacrificato la propria vita per ideali di libertà e democrazia di cui oggi godiamo tutti: don Pasquino Borghi – protagonista anche di uno spettacolo teatrale andato in scena al Teatro Asioli martedì 25 gennaio e al quale, insieme agli altri suoi compagni assassinati al Poligono di Tiro, rendiamo omaggio nell’iniziativa promossa a Reggio Emilia sempre domenica 30 gennaio, cui partecipiamo grazie alla presenza del consigliere comunale Erik Sassi – Vasco Guaitolini, Abbo Panisi e i tanti militari e civili originari della frazione di Canolo che persero la vita in guerra, in azioni partigiane o assassinati, in modo vile, dalle forze nazifasciste, costituiscono non solo un patrimonio di memoria, ma esempi di vita e di coraggio concreti, grazie ai quali poter orientare le nostre azioni e le nostre scelte politiche e civili”. 

La “Battaglia di Canolo” è un episodio bellico che prese il via nella notte del 25 gennaio 1945, quando erano riuniti in una casa di Canolo i comandanti partigiani Guerrino Cavazzoni “Ciro”, Renato Bolondi “Maggi”, Mario Saccani “Nero”, Raul Incerti “Bobi”, Vasco Guaitolini “Biavati”, Abbo Panisi “Nelson”, Egidio Baraldi “Walter”. L’antefatto si svolge la sera precedente, quando Vittorio Saltini, “Toti”, al termine di una riunione segreta e prima di un altro appuntamento a San Michele di Bagnolo, decide di passare a salutare i suoi famigliari, nella casa colonica del fratello Adalciso, nei pressi di Fosdondo. Non sa che i fascisti lo stanno aspettando, ma quando si accorge della trappola fa in tempo a distruggere il verbale della riunione tenuta la sera prima e tenta di fuggire passando per il fienile. Muore crivellato di colpi, alle otto del mattino. Nel pomeriggio, una sua sorella, Vandina, staffetta partigiana, appena rientrata da una missione vede il cadavere del fratello e si scaglia contro i fascisti rimasti sul posto, gridandogli “assassini” e rimanendo anch’essa uccisa da due colpi di pistola.
All’alba del 25 gennaio, la casa di Canolo fu accerchiata da truppe tedesche e fasciste e all’intimazione della resa i partigiani presenti decisero di opporre resistenza. Si scatenò così un durissimo combattimento che si protrasse per un’ora. I partigiani tentarono prima di fuggire da una finestra che dava sui campi, ma la strada venne sbarrata da colpi di mitragliatrice. Poi, sparando e lanciando bombe, uscirono dal portone principale, dileguandosi tra le case vicine e nei campi. Riuscirono a salvarsi quasi tutti, tranne due, che si sacrificarono coprendo la ritirata dei compagni: Vasco Guaitolini morì mentre correva verso una mitragliatrice e con lui Abbo Panisi, mentre stava scavalcando una siepe. Alla fine la casa venne completamente razziata e data alle fiamme.

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Battaglia di Canolo: domenica 30 gennaio il 77esimo anniversario
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Battaglia di Canolo: domenica 30 gennaio il 77esimo anniversario.

Domenica 30 gennaio si commemora a Correggio il 77esimo anniversario della “Battaglia di Canolo”, che si combatté il 25 gennaio 1945.
Questo il programma della giornata: alle 9, ritrovo in via Bonacina per la deposizione dei fiori sul cippo di Vittorio e Vandina Saltini; alle ore 9,30, a Canolo, nella chiesa parrocchiale di San Paolo, Santa Messa, cui segue, alle ore 10,30, la deposizione dei fiori sui cippi e sulle lapidi ai caduti, con partenza dal monumento a don Pasquino Borghi, accompagnata dalla banda cittadina “L. Asioli”. Alle ore 11,15, infine, alla Polisportiva La Canolese, gli interventi di Gianmarco Marzocchini, vicesindaco di Correggio, e di Giuseppe Lini, presidente ANPI Correggio, con letture a cura di Carmelina Panisi, ANPI Correggio.
L’iniziativa si lega idealmente alla commemorazione, che si svolge sempre domenica 30 gennaio al Poligono di tiro di Reggio Emilia, dove sarà ricordato il 78esimo anniversario della fucilazione di nove martiri – Ferruccio Battini, Romeo Benassi, don Pasquino Borghi, Umberto Dodi, Dario Gaiti, Destino Giovannetti, Enrico Menozzi, Contardo Trentini, Enrico Zambonini – da parte della gendarmeria fascista.

“Lo scorso anno avevamo promosso questo appuntamento in una forma ridotta, a causa della pandemia”, commenta il sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi. “Quest’anno, pur nel rispetto assoluto delle norme anticontagio in vigore, proviamo a riannodare il filo della memoria, che ci unisce nel ricordo e nel ringraziamento di chi ha sacrificato la propria vita per ideali di libertà e democrazia di cui oggi godiamo tutti: don Pasquino Borghi – protagonista anche di uno spettacolo teatrale andato in scena al Teatro Asioli martedì 25 gennaio e al quale, insieme agli altri suoi compagni assassinati al Poligono di Tiro, rendiamo omaggio nell’iniziativa promossa a Reggio Emilia sempre domenica 30 gennaio, cui partecipiamo grazie alla presenza del consigliere comunale Erik Sassi – Vasco Guaitolini, Abbo Panisi e i tanti militari e civili originari della frazione di Canolo che persero la vita in guerra, in azioni partigiane o assassinati, in modo vile, dalle forze nazifasciste, costituiscono non solo un patrimonio di memoria, ma esempi di vita e di coraggio concreti, grazie ai quali poter orientare le nostre azioni e le nostre scelte politiche e civili”. 

La “Battaglia di Canolo” è un episodio bellico che prese il via nella notte del 25 gennaio 1945, quando erano riuniti in una casa di Canolo i comandanti partigiani Guerrino Cavazzoni “Ciro”, Renato Bolondi “Maggi”, Mario Saccani “Nero”, Raul Incerti “Bobi”, Vasco Guaitolini “Biavati”, Abbo Panisi “Nelson”, Egidio Baraldi “Walter”. L’antefatto si svolge la sera precedente, quando Vittorio Saltini, “Toti”, al termine di una riunione segreta e prima di un altro appuntamento a San Michele di Bagnolo, decide di passare a salutare i suoi famigliari, nella casa colonica del fratello Adalciso, nei pressi di Fosdondo. Non sa che i fascisti lo stanno aspettando, ma quando si accorge della trappola fa in tempo a distruggere il verbale della riunione tenuta la sera prima e tenta di fuggire passando per il fienile. Muore crivellato di colpi, alle otto del mattino. Nel pomeriggio, una sua sorella, Vandina, staffetta partigiana, appena rientrata da una missione vede il cadavere del fratello e si scaglia contro i fascisti rimasti sul posto, gridandogli “assassini” e rimanendo anch’essa uccisa da due colpi di pistola.
All’alba del 25 gennaio, la casa di Canolo fu accerchiata da truppe tedesche e fasciste e all’intimazione della resa i partigiani presenti decisero di opporre resistenza. Si scatenò così un durissimo combattimento che si protrasse per un’ora. I partigiani tentarono prima di fuggire da una finestra che dava sui campi, ma la strada venne sbarrata da colpi di mitragliatrice. Poi, sparando e lanciando bombe, uscirono dal portone principale, dileguandosi tra le case vicine e nei campi. Riuscirono a salvarsi quasi tutti, tranne due, che si sacrificarono coprendo la ritirata dei compagni: Vasco Guaitolini morì mentre correva verso una mitragliatrice e con lui Abbo Panisi, mentre stava scavalcando una siepe. Alla fine la casa venne completamente razziata e data alle fiamme.

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