Encor: il Comune di Correggio propone di chiudere il fallimento per riportare a casa i propri beni
pubbl.: 6 Febbraio 2019 - Ufficio Stampa

Encor: il Comune di Correggio propone di chiudere il fallimento per riportare a casa i propri beni. Si chiuderebbe così, dal punto di vista amministrativo e patrimoniale, una vicenda che ha profondamente segnato la città di Correggio.

In questi mesi il Comune di Correggio ha lavorato per arrivare alla chiusura del “Fallimento Encor s.r.l” attraverso la soddisfazione dei creditori terzi rispetto al Comune stesso e l’acquisizione, al patrimonio del Comune, di tutti i beni, mobili e immobili, facenti parte dell’attivo del fallimento.
Come si ricorderà, il Comune di Correggio era stato condannato dal Tribunale di Reggio Emilia a risarcire alle tre banche creditrici di Encor (Banco Popolare, Banco San Felice e Banca Nazionale del Lavoro), in relazione alle lettere di patronage rilasciate a favore di queste nell’interesse di EnCor, una somma complessiva superiore ai 30.000.000 di euro. A seguito degli accordi transattivi conclusi con gli istituti di credito, il Comune di Correggio si è impegnato a versare, a saldo e stralcio del debito negli anni 2016-2019, la somma totale di 21.450,000 euro, ottenendo così una riduzione di circa il 30% dell’intero debito. Ma non solo: gli accordi sottoscritti prevedevano la cessione al Comune di Correggio di tutti i crediti vantati dalle banche e insinuati nel passivo del fallimento Encor, per un totale di 3.411.322,39 euro a titolo di credito privilegiato e 26.689.174,03 euro a titolo di credito chirografo, ovvero la quasi totalità dei crediti ammessi nel passivo del fallimento.
“Non ci siamo mai fermati di lavorare e oggi  siamo nelle condizioni di poter informare la città che il Comune ha formulato una proposta alla procedura fallimentare, finalizzata di fatto a chiudere la vicenda, riportando a casa, nel patrimonio dei correggesi, tutti i beni che costituiscono l’attivo del fallimento Encor”, spiega ora il sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi. “La proposta, infatti, consentirebbe al Comune di Correggio di recuperare la piena proprietà di tutto il patrimonio presente all’interno di Encor al momento del suo fallimento: terreni in via Dinazzano, via Gandhi, via Impiccato, via Fossa Faiella, via Pio La Torre, oltre a numerosi pannelli fotovoltaici attualmente funzionanti (che già ora garantiscono l’erogazione di energia elettrica necessaria ad immobili pubblici, nonché un surplus di produzione immessa nella rete elettrica nazionale), la centrale EVA e la centrale ad olio esistente in via Mandrio. Si tratta di beni, mobili e immobili, che, qualora la proposta fatta dal comune fosse accolta  tornerebbero  dunque nella piena disponibilità dello stesso.  Quando nel 2014 ci siamo candidati ad amministrare la città, sapevamo cosa ci saremmo trovati di fronte, in relazione alla vicenda Encor, ma ci siamo presi la responsabilità di metterci la faccia e di affrontare con responsabilità le conseguenza di questa vicenda. Le sentenze del tribunale ci hanno esposto ad un debito superiore ai 30 milioni di euro, con la più che concreta possibilità di vedere il nostro Comune in dissesto. Ma avevamo preso degli impegni precisi con la città e con i cittadini e abbiamo lavorato con dedizione e tanta determinazione per mantenere le parole date: nessun dissesto, nessun aumento delle tasse, salvaguardia dei posti di lavoro e dell’eccellenza dei nostri servizi, mantenimento dell’equilibrio di bilancio. Abbiamo lavorato duramente, ogni giorno, per questo, prima raggiungendo accordi transattivi con gli istituti di credito che ci hanno permesso di ottenere una riduzione del 30% sull’ammontare di quanto dovuto. Poi occupandoci e seguendo da vicino il procedimento fallimentare: il nostro obiettivo è di riportare a casa i beni del fallimento, a fronte della soddisfazione delle banche creditrici. Sono stati cinque anni di impegno costante, durante i quali non sono mancati i momenti difficili e le preoccupazioni. Non si tratta, oggi, di essere felici per quanto accaduto, nè sottovalutare le conseguenze di una vicenda che ha profondamente segnato la nostra città, ma di essere orgogliosi del lavoro che abbiamo svolto sì, perché erano davvero pochi quelli che, cinque anni fa, avrebbero azzardato l’ipotesi di un simile risultato. Con la proposta di chiusura del procedimento fallimentare, il Comune di Correggio, in quanto Ente, esce definitivamente di scena dalla vicenda Encor, sul piano amministrativo e finanziario. Rimangono da verificare, tuttavia, i riscontri delle indagini delle forze inquirenti (ricordiamo infatti che il Comune di Correggio ha fatto due esposti, sia alla Corte dei Conti, sia alla Procura della Repubblica, sulle cui tempistiche e sui quali esiti non spetta al Comune di Correggio esprimere previsioni) che potranno far luce sulle eventuali responsabilità. Ma oggi, i cittadini possono finalmente guardare al futuro della nostra città con maggiore ottimismo, confidando che i beni, che erano parte del nostro patrimonio, possono concretamente tornalo ad essere”.

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Encor: il Comune di Correggio propone di chiudere il fallimento per riportare a casa i propri beni
pubbl.: 6 Febbraio 2019 - Ufficio Stampa

Encor: il Comune di Correggio propone di chiudere il fallimento per riportare a casa i propri beni. Si chiuderebbe così, dal punto di vista amministrativo e patrimoniale, una vicenda che ha profondamente segnato la città di Correggio.

In questi mesi il Comune di Correggio ha lavorato per arrivare alla chiusura del “Fallimento Encor s.r.l” attraverso la soddisfazione dei creditori terzi rispetto al Comune stesso e l’acquisizione, al patrimonio del Comune, di tutti i beni, mobili e immobili, facenti parte dell’attivo del fallimento.
Come si ricorderà, il Comune di Correggio era stato condannato dal Tribunale di Reggio Emilia a risarcire alle tre banche creditrici di Encor (Banco Popolare, Banco San Felice e Banca Nazionale del Lavoro), in relazione alle lettere di patronage rilasciate a favore di queste nell’interesse di EnCor, una somma complessiva superiore ai 30.000.000 di euro. A seguito degli accordi transattivi conclusi con gli istituti di credito, il Comune di Correggio si è impegnato a versare, a saldo e stralcio del debito negli anni 2016-2019, la somma totale di 21.450,000 euro, ottenendo così una riduzione di circa il 30% dell’intero debito. Ma non solo: gli accordi sottoscritti prevedevano la cessione al Comune di Correggio di tutti i crediti vantati dalle banche e insinuati nel passivo del fallimento Encor, per un totale di 3.411.322,39 euro a titolo di credito privilegiato e 26.689.174,03 euro a titolo di credito chirografo, ovvero la quasi totalità dei crediti ammessi nel passivo del fallimento.
“Non ci siamo mai fermati di lavorare e oggi  siamo nelle condizioni di poter informare la città che il Comune ha formulato una proposta alla procedura fallimentare, finalizzata di fatto a chiudere la vicenda, riportando a casa, nel patrimonio dei correggesi, tutti i beni che costituiscono l’attivo del fallimento Encor”, spiega ora il sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi. “La proposta, infatti, consentirebbe al Comune di Correggio di recuperare la piena proprietà di tutto il patrimonio presente all’interno di Encor al momento del suo fallimento: terreni in via Dinazzano, via Gandhi, via Impiccato, via Fossa Faiella, via Pio La Torre, oltre a numerosi pannelli fotovoltaici attualmente funzionanti (che già ora garantiscono l’erogazione di energia elettrica necessaria ad immobili pubblici, nonché un surplus di produzione immessa nella rete elettrica nazionale), la centrale EVA e la centrale ad olio esistente in via Mandrio. Si tratta di beni, mobili e immobili, che, qualora la proposta fatta dal comune fosse accolta  tornerebbero  dunque nella piena disponibilità dello stesso.  Quando nel 2014 ci siamo candidati ad amministrare la città, sapevamo cosa ci saremmo trovati di fronte, in relazione alla vicenda Encor, ma ci siamo presi la responsabilità di metterci la faccia e di affrontare con responsabilità le conseguenza di questa vicenda. Le sentenze del tribunale ci hanno esposto ad un debito superiore ai 30 milioni di euro, con la più che concreta possibilità di vedere il nostro Comune in dissesto. Ma avevamo preso degli impegni precisi con la città e con i cittadini e abbiamo lavorato con dedizione e tanta determinazione per mantenere le parole date: nessun dissesto, nessun aumento delle tasse, salvaguardia dei posti di lavoro e dell’eccellenza dei nostri servizi, mantenimento dell’equilibrio di bilancio. Abbiamo lavorato duramente, ogni giorno, per questo, prima raggiungendo accordi transattivi con gli istituti di credito che ci hanno permesso di ottenere una riduzione del 30% sull’ammontare di quanto dovuto. Poi occupandoci e seguendo da vicino il procedimento fallimentare: il nostro obiettivo è di riportare a casa i beni del fallimento, a fronte della soddisfazione delle banche creditrici. Sono stati cinque anni di impegno costante, durante i quali non sono mancati i momenti difficili e le preoccupazioni. Non si tratta, oggi, di essere felici per quanto accaduto, nè sottovalutare le conseguenze di una vicenda che ha profondamente segnato la nostra città, ma di essere orgogliosi del lavoro che abbiamo svolto sì, perché erano davvero pochi quelli che, cinque anni fa, avrebbero azzardato l’ipotesi di un simile risultato. Con la proposta di chiusura del procedimento fallimentare, il Comune di Correggio, in quanto Ente, esce definitivamente di scena dalla vicenda Encor, sul piano amministrativo e finanziario. Rimangono da verificare, tuttavia, i riscontri delle indagini delle forze inquirenti (ricordiamo infatti che il Comune di Correggio ha fatto due esposti, sia alla Corte dei Conti, sia alla Procura della Repubblica, sulle cui tempistiche e sui quali esiti non spetta al Comune di Correggio esprimere previsioni) che potranno far luce sulle eventuali responsabilità. Ma oggi, i cittadini possono finalmente guardare al futuro della nostra città con maggiore ottimismo, confidando che i beni, che erano parte del nostro patrimonio, possono concretamente tornalo ad essere”.

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