EnCor: il Comune diviene definitivamente proprietario di tutti i beni dell’azienda
pubbl.: 22 Novembre 2019 - Ufficio Stampa

EnCor: il Comune diviene definitivamente proprietario di tutti i beni dell’azienda fallita.

Il sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi, interviene per un importante aggiornamento in merito alla vicenda Encor.
“Dopo un lungo percorso che ci ha impegnati dall’inizio dello scorso mandato fino ad oggi, siamo giunti al termine della nota vicenda EnCor. La buona notizia è che la nostra città è tornata nuovamente proprietaria di tutti i beni – immobili e mobili – che compongono l’attivo del fallimento EnCor.
Dopo aver ereditato dalla precedente amministrazione la grave situazione derivante dalle vicissitudini legate a EnCor, aver gestito i debiti conseguenti alle sentenze che hanno condannato il Comune a versare alle banche creditrici oltre 30 milioni di euro, poi ridotti a 21.450.000 in virtù di accordi transattivi che abbiamo concluso con le banche stesse, ed evitato il dissesto del Comune, cosa che avrebbe comportato l’aumento al massimo della tassazione, la svendita del patrimonio pubblico e il blocco delle assunzioni, possiamo dirsi conclusa nel migliore dei modi, almeno da un punto di vista amministrativo, questa nota vicenda legata alla società ex partecipata del Comune.
Al momento del suo fallimento, avvenuto nel gennaio 2014, EnCor possedeva molteplici cespiti di ingente valore: terreni, fabbricati, impianti fotovoltaici, macchinari e attrezzature di vario tipo. Tutti questi beni, nel corso degli anni successivi al fallimento, non sono mai stati venduti e sono rimasti sinora nella disponibilità della procedura fallimentare.
Negli accordi stipulati dal Comune con le banche creditrici, oltre a ottenere una riduzione di più del 30% dell’intero debito e il suo versamento in via rateale nell’arco di un triennio, abbiamo preteso che venissero ceduti al Comune tutti i crediti, insinuati nel fallimento, da parte delle medesime banche. Così facendo, il Comune è diventato titolare di oltre il 98% di tutti i crediti inseriti nel fallimento.
Nel dicembre dello scorso anno, a conclusione della laboriosa operazione che già allora ci aveva consentito di aver pagato oltre l’80% di tutti i debiti e di avere a disposizione le coperture economiche sul bilancio del 2019 per la restante parte e alla luce del fatto che il Comune era divenuto titolare della pressoché totalità dei crediti insinuati nel fallimento, abbiamo formulato una proposta di “Concordato fallimentare” al Curatore ed al Tribunale per consentire al Comune di diventare proprietario di tutti i beni di EnCor, grazie alla preziosa assistenza dell’avv. Giorgio Barbieri, dello studio Sutich Barbieri Sutich di Reggio Emilia.
L’obiettivo di tale proposta era evitare l’attesa della vendita all’asta del patrimonio del fallimento, che avrebbe comportato tempi molto lunghi ed il pericolo che si disperdesse un patrimonio di rilevante entità e valore presente sul territorio comunale, e, sempre nell’interesse della Città e per la tutela della comunità, ottenere immediatamente la proprietà di tali beni.
A fronte della possibilità di ottenere,  con un’attesa indefinita e dagli esiti incerti, le somme che la procedura fallimentare avrebbe raccolto dalla vendita all’asta del patrimonio di EnCor, abbiamo preferito scegliere una strada differente e maggiormente tutelante per la nostra Città, ovvero chiedere che il Comune diventasse direttamente titolare dei beni che compongono tale patrimonio.
Ricevuto il parere favorevole del Curatore del fallimento, il Tribunale di Reggio Emilia ha definitivamente omologato il Concordato che oggi, decorsi i termini di legge per la sua impugnazione, è stato quindi dichiarato adempiuto.
Di conseguenza, il Comune di Correggio è ora diventato proprietario, tra i vari cespiti, di oltre 500.000 mq tra terreni e fabbricati, di oltre 10 impianti fotovoltaici, nonché della centrale Eva e di molteplici impianti e attrezzature che rappresentano, appunto, l’attivo del fallimento di EnCor.
Tra i fabbricati divenuti ora di proprietà del Comune, segnaliamo la Centrale Eva in via Pio La Torre, mentre tra i terreni vi sono molteplici fondi di rilevante metratura e interesse in via Gandhi, in via Dinazzano, in via Fossa Faiella, in via Fazzano, in via Impiccato e in via Mandrio.
Tutti questi cespiti sono diventati nuovamente di proprietà del Comune e potranno essere utilizzati a favore della comunità, venduti o riconvertiti secondo le esigenze del caso, nell’ottica di privilegiare investimenti funzionali allo sviluppo del territorio o ampliare i servizi a favore dei nostri cittadini.
Gli impianti fotovoltaici, inoltre, sono particolarmente strategici perché non solo garantiscono l’erogazione di corrente elettrica agli edifici pubblici sui quali sono installati, ma producono anche un eccesso di energia elettrica non consumata che, una volta immessa nella rete e venduta all’operatore, consentirà al Comune di ottenere corrispettivi rilevanti, di oltre 100.000 euro all’anno. Tra questi impianti vi sono quelli collocati sul Palazzetto dello sport, sulla Scuola San Francesco, sulla stessa centrale Eva, sui magazzini comunali e sugli spogliatoi della pista di atletica.
Altri beni di varia natura – mezzi, impianti ed accessori – sono stati incamerati nel nostro patrimonio, al fine di poterli utilizzare nel migliore dei modi, secondo le esigenze della nostra comunità: si tratta di beni dal valore rilevante che, secondo una stima fatta eseguire nel 2016 e recentemente confermata, ammonta a 12 milioni di euro circa.
Inoltre, posto quanto già versato alle banche a seguito di sentenze esecutive, questa operazione non ha rappresentato un costo economico per il Comune perché gli esborsi previsti nel Concordato fallimentare sono stati compensati dai beni, tra cui anche le cospicue somme depositate sul contro corrente del fallimento, provenienti dall’attivo fallimentare, che verranno utilizzate per chiudere il contenzioso con BNL, rispettando così tempi e modi dell’accordo transattivo.
Giunge così alla conclusione, almeno per quanto riguarda la parte amministrativa, una vicenda molto complicata, che ha creato una ferita profonda nella nostra comunità, ma il cui esito compensa, almeno in parte, i sacrifici economici fatti per evitare il fallimento della Città. A questo proposito, tengo a ribadire e sottolineare che, nonostante la difficile situazione che ci siamo trovati a gestire, abbiamo sempre dato la priorità ai servizi erogati, che rappresentano un’eccellenza e un fiore all’occhiello della nostra comunità, a favore di tutti i cittadini, con particolare attenzione alle fasce più deboli della popolazione, senza fare nessun taglio ai servizi alla persona, in particolare quelli rivolti ai bambini, agli anziani e alle persone con disabilità. Abbiamo sempre dato priorità alle esigenze delle persone e possiamo ora, con orgoglio, rivendicare il lavoro svolto a tutela della comunità.
La conclusione amministrativa della vicenda EnCor non cancella certamente le eventuali responsabilità che saranno accertate dagli organi competenti. Su questo fronte siamo in attesa di conoscere l’esito del giudizio già promosso dalla Corte dei Conti nei confronti della precedente amministrazione, oltre alla conclusione delle indagini della Procura della Repubblica, scaturite anche a seguito delle denunce che abbiamo depositato, affinché venga chiarita ogni eventuale responsabilità.
Non sono certo contenta di aver dovuto gestire un percorso così difficile per la mia città, ma lo sono per averlo fatto con tantissimo impegno, facendo ogni sforzo per la massima tutela dei miei cittadini”.

CorreggioProssim@mente


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Il sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi, interviene per un importante aggiornamento in merito alla vicenda Encor.
“Dopo un lungo percorso che ci ha impegnati dall’inizio dello scorso mandato fino ad oggi, siamo giunti al termine della nota vicenda EnCor. La buona notizia è che la nostra città è tornata nuovamente proprietaria di tutti i beni – immobili e mobili – che compongono l’attivo del fallimento EnCor.
Dopo aver ereditato dalla precedente amministrazione la grave situazione derivante dalle vicissitudini legate a EnCor, aver gestito i debiti conseguenti alle sentenze che hanno condannato il Comune a versare alle banche creditrici oltre 30 milioni di euro, poi ridotti a 21.450.000 in virtù di accordi transattivi che abbiamo concluso con le banche stesse, ed evitato il dissesto del Comune, cosa che avrebbe comportato l’aumento al massimo della tassazione, la svendita del patrimonio pubblico e il blocco delle assunzioni, possiamo dirsi conclusa nel migliore dei modi, almeno da un punto di vista amministrativo, questa nota vicenda legata alla società ex partecipata del Comune.
Al momento del suo fallimento, avvenuto nel gennaio 2014, EnCor possedeva molteplici cespiti di ingente valore: terreni, fabbricati, impianti fotovoltaici, macchinari e attrezzature di vario tipo. Tutti questi beni, nel corso degli anni successivi al fallimento, non sono mai stati venduti e sono rimasti sinora nella disponibilità della procedura fallimentare.
Negli accordi stipulati dal Comune con le banche creditrici, oltre a ottenere una riduzione di più del 30% dell’intero debito e il suo versamento in via rateale nell’arco di un triennio, abbiamo preteso che venissero ceduti al Comune tutti i crediti, insinuati nel fallimento, da parte delle medesime banche. Così facendo, il Comune è diventato titolare di oltre il 98% di tutti i crediti inseriti nel fallimento.
Nel dicembre dello scorso anno, a conclusione della laboriosa operazione che già allora ci aveva consentito di aver pagato oltre l’80% di tutti i debiti e di avere a disposizione le coperture economiche sul bilancio del 2019 per la restante parte e alla luce del fatto che il Comune era divenuto titolare della pressoché totalità dei crediti insinuati nel fallimento, abbiamo formulato una proposta di “Concordato fallimentare” al Curatore ed al Tribunale per consentire al Comune di diventare proprietario di tutti i beni di EnCor, grazie alla preziosa assistenza dell’avv. Giorgio Barbieri, dello studio Sutich Barbieri Sutich di Reggio Emilia.
L’obiettivo di tale proposta era evitare l’attesa della vendita all’asta del patrimonio del fallimento, che avrebbe comportato tempi molto lunghi ed il pericolo che si disperdesse un patrimonio di rilevante entità e valore presente sul territorio comunale, e, sempre nell’interesse della Città e per la tutela della comunità, ottenere immediatamente la proprietà di tali beni.
A fronte della possibilità di ottenere,  con un’attesa indefinita e dagli esiti incerti, le somme che la procedura fallimentare avrebbe raccolto dalla vendita all’asta del patrimonio di EnCor, abbiamo preferito scegliere una strada differente e maggiormente tutelante per la nostra Città, ovvero chiedere che il Comune diventasse direttamente titolare dei beni che compongono tale patrimonio.
Ricevuto il parere favorevole del Curatore del fallimento, il Tribunale di Reggio Emilia ha definitivamente omologato il Concordato che oggi, decorsi i termini di legge per la sua impugnazione, è stato quindi dichiarato adempiuto.
Di conseguenza, il Comune di Correggio è ora diventato proprietario, tra i vari cespiti, di oltre 500.000 mq tra terreni e fabbricati, di oltre 10 impianti fotovoltaici, nonché della centrale Eva e di molteplici impianti e attrezzature che rappresentano, appunto, l’attivo del fallimento di EnCor.
Tra i fabbricati divenuti ora di proprietà del Comune, segnaliamo la Centrale Eva in via Pio La Torre, mentre tra i terreni vi sono molteplici fondi di rilevante metratura e interesse in via Gandhi, in via Dinazzano, in via Fossa Faiella, in via Fazzano, in via Impiccato e in via Mandrio.
Tutti questi cespiti sono diventati nuovamente di proprietà del Comune e potranno essere utilizzati a favore della comunità, venduti o riconvertiti secondo le esigenze del caso, nell’ottica di privilegiare investimenti funzionali allo sviluppo del territorio o ampliare i servizi a favore dei nostri cittadini.
Gli impianti fotovoltaici, inoltre, sono particolarmente strategici perché non solo garantiscono l’erogazione di corrente elettrica agli edifici pubblici sui quali sono installati, ma producono anche un eccesso di energia elettrica non consumata che, una volta immessa nella rete e venduta all’operatore, consentirà al Comune di ottenere corrispettivi rilevanti, di oltre 100.000 euro all’anno. Tra questi impianti vi sono quelli collocati sul Palazzetto dello sport, sulla Scuola San Francesco, sulla stessa centrale Eva, sui magazzini comunali e sugli spogliatoi della pista di atletica.
Altri beni di varia natura – mezzi, impianti ed accessori – sono stati incamerati nel nostro patrimonio, al fine di poterli utilizzare nel migliore dei modi, secondo le esigenze della nostra comunità: si tratta di beni dal valore rilevante che, secondo una stima fatta eseguire nel 2016 e recentemente confermata, ammonta a 12 milioni di euro circa.
Inoltre, posto quanto già versato alle banche a seguito di sentenze esecutive, questa operazione non ha rappresentato un costo economico per il Comune perché gli esborsi previsti nel Concordato fallimentare sono stati compensati dai beni, tra cui anche le cospicue somme depositate sul contro corrente del fallimento, provenienti dall’attivo fallimentare, che verranno utilizzate per chiudere il contenzioso con BNL, rispettando così tempi e modi dell’accordo transattivo.
Giunge così alla conclusione, almeno per quanto riguarda la parte amministrativa, una vicenda molto complicata, che ha creato una ferita profonda nella nostra comunità, ma il cui esito compensa, almeno in parte, i sacrifici economici fatti per evitare il fallimento della Città. A questo proposito, tengo a ribadire e sottolineare che, nonostante la difficile situazione che ci siamo trovati a gestire, abbiamo sempre dato la priorità ai servizi erogati, che rappresentano un’eccellenza e un fiore all’occhiello della nostra comunità, a favore di tutti i cittadini, con particolare attenzione alle fasce più deboli della popolazione, senza fare nessun taglio ai servizi alla persona, in particolare quelli rivolti ai bambini, agli anziani e alle persone con disabilità. Abbiamo sempre dato priorità alle esigenze delle persone e possiamo ora, con orgoglio, rivendicare il lavoro svolto a tutela della comunità.
La conclusione amministrativa della vicenda EnCor non cancella certamente le eventuali responsabilità che saranno accertate dagli organi competenti. Su questo fronte siamo in attesa di conoscere l’esito del giudizio già promosso dalla Corte dei Conti nei confronti della precedente amministrazione, oltre alla conclusione delle indagini della Procura della Repubblica, scaturite anche a seguito delle denunce che abbiamo depositato, affinché venga chiarita ogni eventuale responsabilità.
Non sono certo contenta di aver dovuto gestire un percorso così difficile per la mia città, ma lo sono per averlo fatto con tantissimo impegno, facendo ogni sforzo per la massima tutela dei miei cittadini”.

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