Con l’inizio della primavera cominciano a uscire dai loro bozzoli le prime larve di piralide del bosso (Cydalima perspectalis) che hanno trascorso l’inverno sulle piante infestate lo scorso anno. Con l’innalzamento delle temperatire le larve riprendono s nutrirsi danneggiando le foglie e i rametti. Una volta completato lo sviluppo, daranno origine alla prima generazione di adulti nel mese di giugno, cui ne seguiranno altre – da una a tre – fino alla fine dell’estate.
Come riconoscere le piante attaccate?
Dalle sottili ragnatele bianche che avvolgono la vegetazione attaccata (all’interno della quale sono visibili minuscoli escrementi) e dalle rosure sulle foglie. Le giovani larve si nutorno della pagina inferiore della foglia, lasciando intatta quella superiore, mentre le larve mature attaccano l’intera lamina fogliare, lasciando intatta solo la nervautra centrale. Le larve, che a maturità raggiungono i 3-4 cm, hanno capo nero e corpo giallastro con punti neri.
Come intervenire preservando l’ambiente?
In caso di deboli infestazioni è possibile far cadere le larve scuotendo la pianta, avendo poi cura di raccoglierle e sopprimerle. Per controllare forti infestazioni, invece, è consigliabile utilizzare insetticidi microbiologici a base di Bacillus thuringiensis var. kurstaki, un batterio che, se ingerito dalle larve, ne provoca la morte in breve tempo. Questi formulati possono essere impiegati in ambito urbano in quanto non sono tossici per le persone e molto selettivi per tutti gli insetti utili e i pronubi selvatici.
Il successo della lotta alla piralide è legato alla tempestività degli interventi che, per essere efficaci, devono essere attuati all’inizio delle infestazioni in modo da colpire larve giovani e coetanee. Un corretto posizionamenti dei trattamenti, inoltre, permette di evitare di intervenire in presenza di fiori aperti sulla pianta, molto attrattivi nei confronti delle api e di altri insetti impollinatori.
Di seguito alcune raccomandazioni per una corretta esecuzione dei trattamenti:
– realizzare una buona bagnatura della pianta per colpire le larve nascoste fra le foglie più interne delle siepi;
– impiegare volumi medio-alti e ripetere il trattamento qualora si verifichi una pioggia intensa nelle sei ore successive;
– in presenza di acqua con ph alcalino è opportuno acidificare la soluzione;
– eseguire il trattamento nelle ore serali e ripeterlo, con le stesse modalità, a distanza di qualche giorno;
– non intervenire in presenza di fiori aperti. La legislazione regionale vigente vieta qualsiasi trattamento con insetticidi durante la fioritura (art. 15 della Legge Regionale n.35 del 25 agosto 1988, Decreto Regionale 4 marzo 1991 n. 130).