“La voce interiore”: sabato 11 gennaio 2020 inaugura al Museo Il Correggio la personale di Daniela Monica
pubbl.: 23 Dicembre 2019 modif.: 17 Gennaio 2020 - Ufficio Stampa

“La voce interiore”: sabato 11 gennaio 2020 inaugura al Museo Il Correggio la personale di Daniela Monica.

Inaugura sabato 11 gennaio 2020, alle ore 17,30, “La voce interiore”, la personale dell’artista Daniela Monica, curata da Elena Giampietri e allestita a Correggio, a Palazzo dei Principi, al Museo Il Correggio.
“Dipingo e disegno la voce interiore delle persone per sentire di far parte del loro mondo. Penso che il mondo sia troppo reale per essere tradotto in linguaggio. Mentre la voce interiore delle persone sta già pensando al mondo e il mondo esiste perché pensato da qualcuno. Le loro menti sono raccolte d’arte. Ecco perché le colleziono”. Daniela Monica esprime così il suo modo di cogliere l’umanità che vuol delineare. Non è importante il dettaglio, né la totalità della forma: sono l’indole, l’animo, la tempra e la luce sulle persone ad emergere. Per questo esse sembrano perdersi nello spazio, prese dal flusso o dall’urgenza dei pensieri che li attraversano. L’artista procede per fasi pittoriche semplici, solo quanto basta per riconoscere un profilo, uno sguardo: chi guarda il dipinto deve infatti porsi domande liberamente, senza che la sua attenzione sia distolta dalla retorica del linguaggio pittorico. La luce cade sui soggetti e li descrive, li racconta: è un elemento essenziale.
Nella seconda sezione della mostra, ritroviamo una vivace rassegna di ritratti: nella fisiognomia dei volti si colgono gli stilemi tipici della ritrattistica tradizionale a sanguigna, ma a rendere il risultato finale sono la fantasia dell’interpretazione, l’originale modo di percepire gli altri e individuarne i tratti distintivi. Una ricerca insieme mentale ed emotiva, a tratti contraddistinta da una delicata ironia. I ritratti di tre quarti o da dietro sono un richiamo a Casper David Friedrich e alle sue figure maschili e femminili che osservano e pensano dinanzi a paesaggi sublimi.

Sommessamente voce | Softly voice
Sabato 25 gennaio, Janet Park, artista performativa, si esibisce in una serie di movimenti ispirati ai dipinti di Daniela Monica.
Al termine della performance, distribuzione di fogli, matite sanguigne e matite colorate a disposizione di chi, guidato dalla stessa Monica, intenda ritrarre un’ impressione suscitata dalla danza di Janet Park.
Janet Park si esibirà nel percorso di mostra indossando un abito costituito di bottiglie di plastica.
Perché un tema ambientalista in un museo? Che cosa hanno in comune la cultura e il coltivare la natura?
“Eco-filia e eco-logos ci conducono all’ecologia e alla filosofia, cioè l’amore per la conoscenza, commenta Daniela Monica. “Lo stesso titolo della mostra allude alla capacità di percepire per risonanza ed è con questa facoltà che è possibile percepire l’arte, sentendola risuonare all’interno di ognuno di noi. Quello che noi riusciamo a riconoscere nella natura e nell’arte, lo sentiamo vibrare all’interno. Questa voce interiore più vasta e innovativa sarà, più si troverà riflessa nella società in cui viviamo”.
Info e prenotazioni: tel. 0522.691806 o mail  con oggetto “Partecipo al whorkshop di Daniela Monica/ Janet Park del 25  gennaio ore 16,30” a museo@comune.correggio.re.it
Ingresso libero.

Janet Park vive a St. Louis e Boston, negli Stati Uniti. Nel 2002, ha seguito un corso di formazione in danza, teatro e architettura. Adora le prospettive aperte di connessione, stratificazione, combinazione e ricostruzione in prossimità del pubblico. Il suo primo pezzo interpretato in un museo è stato il noto “Silver Clouds” di Andy Warhol, un cuscino galleggiante king-size di palloncini in mylar al Museum of Contemporary Religious Art di St. Louis, alla St. Louis University, Missouri USA. Da allora sono seguite esibizioni alla “Cité radieuse” (Radiant City) di Le Corbusier a Marsiglia, al Museo d’Arte Contemporanea di Roma, al Palazzo Reale di Napoli, a Santa Maria Capua, al Pulitzer Art Foundation di Tadao Ando e in vari altri luoghi del mondo.

Daniela Monica
LA VOCE INTERIORE
a cura di Elena Giampietri
Correggio, Palazzo dei Principi, Museo Il Correggio
11 – 26 gennaio 2020
Inaugurazione: sabato 11 gennaio 2020, ore 17,30
Orari di apertura: sabato 15,30-18,30; domenica e festivi 10-12,30 e 15,30-18,30; altri giorni su appuntamento
Info: Museo Il Correggio, tel. 0522.691806 – museo@comune.correggio.re.itwww.museoilcorreggio.org
Ingresso libero.

Nata a Parma, Daniela Monica vive e lavora nella città emiliana. Ha frequentato l’Istituto d’arte Toschi e si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Inizialmente lavora come grafica, per poi trasferirsi a Londra, dove rimane per cinque anni, continuando la sua attività di illustratrice e pittrice, Dopo il suo ritorno in Italia, nel 2000 realizza la serie di dipinti “Le Café of Changing of the Guards”. Nel 2010 è impegnata a Palazzo Bentivoglio di Gualtieri e nel 2013 espone a Fotografia Europea con lo pseudonimo di Lena Altan, quindi nel 2016 a Berlino, alla Galleria HaPs, poi a Parma. Sue opere sono in varie collezioni in Italia e all’estero, tra cui la Fondazione Museo Cariparma a Palazzo Bocchi-Bossi di Parma.

CorreggioProssim@mente


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pubbl.: 23 Dicembre 2019 modif.: 17 Gennaio 2020 - Ufficio Stampa

“La voce interiore”: sabato 11 gennaio 2020 inaugura al Museo Il Correggio la personale di Daniela Monica.

Inaugura sabato 11 gennaio 2020, alle ore 17,30, “La voce interiore”, la personale dell’artista Daniela Monica, curata da Elena Giampietri e allestita a Correggio, a Palazzo dei Principi, al Museo Il Correggio.
“Dipingo e disegno la voce interiore delle persone per sentire di far parte del loro mondo. Penso che il mondo sia troppo reale per essere tradotto in linguaggio. Mentre la voce interiore delle persone sta già pensando al mondo e il mondo esiste perché pensato da qualcuno. Le loro menti sono raccolte d’arte. Ecco perché le colleziono”. Daniela Monica esprime così il suo modo di cogliere l’umanità che vuol delineare. Non è importante il dettaglio, né la totalità della forma: sono l’indole, l’animo, la tempra e la luce sulle persone ad emergere. Per questo esse sembrano perdersi nello spazio, prese dal flusso o dall’urgenza dei pensieri che li attraversano. L’artista procede per fasi pittoriche semplici, solo quanto basta per riconoscere un profilo, uno sguardo: chi guarda il dipinto deve infatti porsi domande liberamente, senza che la sua attenzione sia distolta dalla retorica del linguaggio pittorico. La luce cade sui soggetti e li descrive, li racconta: è un elemento essenziale.
Nella seconda sezione della mostra, ritroviamo una vivace rassegna di ritratti: nella fisiognomia dei volti si colgono gli stilemi tipici della ritrattistica tradizionale a sanguigna, ma a rendere il risultato finale sono la fantasia dell’interpretazione, l’originale modo di percepire gli altri e individuarne i tratti distintivi. Una ricerca insieme mentale ed emotiva, a tratti contraddistinta da una delicata ironia. I ritratti di tre quarti o da dietro sono un richiamo a Casper David Friedrich e alle sue figure maschili e femminili che osservano e pensano dinanzi a paesaggi sublimi.

Sommessamente voce | Softly voice
Sabato 25 gennaio, Janet Park, artista performativa, si esibisce in una serie di movimenti ispirati ai dipinti di Daniela Monica.
Al termine della performance, distribuzione di fogli, matite sanguigne e matite colorate a disposizione di chi, guidato dalla stessa Monica, intenda ritrarre un’ impressione suscitata dalla danza di Janet Park.
Janet Park si esibirà nel percorso di mostra indossando un abito costituito di bottiglie di plastica.
Perché un tema ambientalista in un museo? Che cosa hanno in comune la cultura e il coltivare la natura?
“Eco-filia e eco-logos ci conducono all’ecologia e alla filosofia, cioè l’amore per la conoscenza, commenta Daniela Monica. “Lo stesso titolo della mostra allude alla capacità di percepire per risonanza ed è con questa facoltà che è possibile percepire l’arte, sentendola risuonare all’interno di ognuno di noi. Quello che noi riusciamo a riconoscere nella natura e nell’arte, lo sentiamo vibrare all’interno. Questa voce interiore più vasta e innovativa sarà, più si troverà riflessa nella società in cui viviamo”.
Info e prenotazioni: tel. 0522.691806 o mail  con oggetto “Partecipo al whorkshop di Daniela Monica/ Janet Park del 25  gennaio ore 16,30” a museo@comune.correggio.re.it
Ingresso libero.

Janet Park vive a St. Louis e Boston, negli Stati Uniti. Nel 2002, ha seguito un corso di formazione in danza, teatro e architettura. Adora le prospettive aperte di connessione, stratificazione, combinazione e ricostruzione in prossimità del pubblico. Il suo primo pezzo interpretato in un museo è stato il noto “Silver Clouds” di Andy Warhol, un cuscino galleggiante king-size di palloncini in mylar al Museum of Contemporary Religious Art di St. Louis, alla St. Louis University, Missouri USA. Da allora sono seguite esibizioni alla “Cité radieuse” (Radiant City) di Le Corbusier a Marsiglia, al Museo d’Arte Contemporanea di Roma, al Palazzo Reale di Napoli, a Santa Maria Capua, al Pulitzer Art Foundation di Tadao Ando e in vari altri luoghi del mondo.

Daniela Monica
LA VOCE INTERIORE
a cura di Elena Giampietri
Correggio, Palazzo dei Principi, Museo Il Correggio
11 – 26 gennaio 2020
Inaugurazione: sabato 11 gennaio 2020, ore 17,30
Orari di apertura: sabato 15,30-18,30; domenica e festivi 10-12,30 e 15,30-18,30; altri giorni su appuntamento
Info: Museo Il Correggio, tel. 0522.691806 – museo@comune.correggio.re.itwww.museoilcorreggio.org
Ingresso libero.

Nata a Parma, Daniela Monica vive e lavora nella città emiliana. Ha frequentato l’Istituto d’arte Toschi e si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Inizialmente lavora come grafica, per poi trasferirsi a Londra, dove rimane per cinque anni, continuando la sua attività di illustratrice e pittrice, Dopo il suo ritorno in Italia, nel 2000 realizza la serie di dipinti “Le Café of Changing of the Guards”. Nel 2010 è impegnata a Palazzo Bentivoglio di Gualtieri e nel 2013 espone a Fotografia Europea con lo pseudonimo di Lena Altan, quindi nel 2016 a Berlino, alla Galleria HaPs, poi a Parma. Sue opere sono in varie collezioni in Italia e all’estero, tra cui la Fondazione Museo Cariparma a Palazzo Bocchi-Bossi di Parma.

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