Vicenda EnCor: la Sezione Giurisdizionale Centrale d’Appello della Corte dei Conti conferma la condanna a ex amministratori e dirigenti.
Il commento del sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi.
In apertura della seduta del consiglio comunale di venerdì 25 giugno, il sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi, ha informato i consiglieri in merito alla sentenza della Sezione Giurisdizionale Centrale d’Appello della Corte dei Conti – trasmessa nella stessa mattina di venerdì 25 giugno – relativa all’impugnazione, promossa dall’ex sindaco Marzio Iotti, dall’ex Direttore Generale del Comune, Luciano Pellegrini, e dagli ex assessori, alla sentenza di condanna nei loro confronti emessa nel Primo grado di giudizio dalla Corte dei Conti sezione giurisdizionale regionale per l’Emilia-Romagna, nel mese di marzo 2020.
La Corte, in grado di Appello, ha confermato le condanne già emesse con la sentenza di Primo grado e, precisamente, ha condannato Marzio Iotti e Luciano Pellegrini a versare in via principale e solido tra loro a titolo di risarcimento dei danni, a favore del Comune di Correggio, la somma di 6.864.008,85 euro, oltre interessi e spese, mentre gli ex assessori – in via sussidiaria e, quindi, solo in caso di mancato pagamento da parte dei condannati in via principale – differenti importi ciascuno, da un minimo di 267.86,08 euro ad un massimo di 446.435,153 euro.
Come già fatto dalla Corte nel corso del Primo grado di giudizio, nel quantificare la condanna, la sezione di Appello della Corte dei Conti ha tenuto in considerazione sia la riduzione delle somme dovute da parte del Comune alle banche finanziatrici di EnCor in virtù degli accordi transattivi promossi dall’attuale amministrazione, sia il valore dei cespiti facenti parte dell’attivo del fallimento EnCor, recuperati dal Comune all’esito del concordato fallimentare concluso a fine anno 2019 e, da ultimo, il credito IVA di 858.051euro vantato dal fallimento verso l’Erario.
Nelle motivazioni della sentenza, la Sezione di Appello della Corte dei Conti ha confermato le valutazioni del Giudice di Primo grado relative alla condotta negligente e imprudente dei precedenti amministratori e dirigenti comunali – a seconda dei casi, ritenute caratterizzate da dolo o colpa grave – per non aver adeguatamente valutato i rischi finanziari a cui avevano esposto il Comune al momento di emettere le lettere di patronage a favore delle banche finanziatrici di EnCor s.r.l.
Come si ricorderà, il Comune di Correggio era stato condannato dal Tribunale di Reggio Emilia a risarcire alle tre banche creditrici di EnCor (Banco Popolare, Banco San Felice e Banca Nazionale del Lavoro), in relazione alle lettere di patronage rilasciate dalla precedente amministrazione a favore di queste nell’interesse di EnCor, una somma complessiva superiore ai 30.000.000 di euro. A seguito degli accordi transattivi, conclusi dall’attuale amministrazione con gli istituti di credito, il Comune di Correggio si era impegnato a versare, a saldo e stralcio del debito, nel corso degli anni 2016-2019, la somma totale di 21.450.000 euro, ottenendo così una riduzione di circa il 30% dell’intero debito. Gli accordi sottoscritti prevedevano la cessione al Comune di Correggio di tutti i crediti vantati dalle banche e insinuati nel passivo del fallimento EnCor, corrispondenti alla quasi totalità dei crediti ammessi nel passivo del fallimento. Nel corso del 2019, il Comune ha formulato una proposta alla procedura fallimentare, nelle forme del concordato fallimentare, che gli ha consentito di recuperare la piena proprietà di tutto il patrimonio presente all’interno di EnCor al momento del suo fallimento: terreni in via Dinazzano, via Gandhi, via Impiccato, via Fossa Faiella, via Pio La Torre, oltre a numerosi pannelli fotovoltaici (che garantiscono l’erogazione di energia elettrica necessaria a immobili pubblici, nonché un surplus di produzione immessa nella rete elettrica nazionale e che genera costantemente corrispettivi che verranno incamerati direttamente dal Comune), la centrale EVA e la centrale ad olio esistente in via Mandrio. Beni il cui valore è stato stimato in circa 13 milioni di euro.
“Come abbiamo ricordato in più occasioni, nel 2016, a seguito delle sentenze di condanna del Comune a risarcire le banche finanziatrici di EnCor, avevamo depositato due esposti, sia alla Corte dei Conti che alla Procura della Repubblica, al fine di verificare le eventuali responsabilità che hanno generato un così grave danno al nostro Comune”, commenta il sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi. “La sentenza della Sezione di Appello della Corte dei Conti, oltre a confermare quanto già deciso dal Giudice di Primo grado nel 2020, da un lato accerta le singole responsabilità personali dei precedenti amministratori e dirigenti comunali e dall’altro evidenzia la bontà del lavoro svolto negli ultimi cinque anni e finalizzato a ridurre il più possibile l’impatto finanziario procurato dalla vicenda EnCor sul bilancio del Comune. A questo punto, nel pieno rispetto del diritto dei condannati di poter impugnare la sentenza della Corte dei Conti in Cassazione, faremo quanto necessario per il recupero delle somme indicate in sentenza, affinché possano essere destinate a iniziative a favore della comunità”.
Vicenda EnCor: la Sezione Giurisdizionale Centrale d’Appello della Corte dei Conti conferma la condanna a ex amministratori e dirigenti.
Il commento del sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi.
In apertura della seduta del consiglio comunale di venerdì 25 giugno, il sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi, ha informato i consiglieri in merito alla sentenza della Sezione Giurisdizionale Centrale d’Appello della Corte dei Conti – trasmessa nella stessa mattina di venerdì 25 giugno – relativa all’impugnazione, promossa dall’ex sindaco Marzio Iotti, dall’ex Direttore Generale del Comune, Luciano Pellegrini, e dagli ex assessori, alla sentenza di condanna nei loro confronti emessa nel Primo grado di giudizio dalla Corte dei Conti sezione giurisdizionale regionale per l’Emilia-Romagna, nel mese di marzo 2020.
La Corte, in grado di Appello, ha confermato le condanne già emesse con la sentenza di Primo grado e, precisamente, ha condannato Marzio Iotti e Luciano Pellegrini a versare in via principale e solido tra loro a titolo di risarcimento dei danni, a favore del Comune di Correggio, la somma di 6.864.008,85 euro, oltre interessi e spese, mentre gli ex assessori – in via sussidiaria e, quindi, solo in caso di mancato pagamento da parte dei condannati in via principale – differenti importi ciascuno, da un minimo di 267.86,08 euro ad un massimo di 446.435,153 euro.
Come già fatto dalla Corte nel corso del Primo grado di giudizio, nel quantificare la condanna, la sezione di Appello della Corte dei Conti ha tenuto in considerazione sia la riduzione delle somme dovute da parte del Comune alle banche finanziatrici di EnCor in virtù degli accordi transattivi promossi dall’attuale amministrazione, sia il valore dei cespiti facenti parte dell’attivo del fallimento EnCor, recuperati dal Comune all’esito del concordato fallimentare concluso a fine anno 2019 e, da ultimo, il credito IVA di 858.051euro vantato dal fallimento verso l’Erario.
Nelle motivazioni della sentenza, la Sezione di Appello della Corte dei Conti ha confermato le valutazioni del Giudice di Primo grado relative alla condotta negligente e imprudente dei precedenti amministratori e dirigenti comunali – a seconda dei casi, ritenute caratterizzate da dolo o colpa grave – per non aver adeguatamente valutato i rischi finanziari a cui avevano esposto il Comune al momento di emettere le lettere di patronage a favore delle banche finanziatrici di EnCor s.r.l.
Come si ricorderà, il Comune di Correggio era stato condannato dal Tribunale di Reggio Emilia a risarcire alle tre banche creditrici di EnCor (Banco Popolare, Banco San Felice e Banca Nazionale del Lavoro), in relazione alle lettere di patronage rilasciate dalla precedente amministrazione a favore di queste nell’interesse di EnCor, una somma complessiva superiore ai 30.000.000 di euro. A seguito degli accordi transattivi, conclusi dall’attuale amministrazione con gli istituti di credito, il Comune di Correggio si era impegnato a versare, a saldo e stralcio del debito, nel corso degli anni 2016-2019, la somma totale di 21.450.000 euro, ottenendo così una riduzione di circa il 30% dell’intero debito. Gli accordi sottoscritti prevedevano la cessione al Comune di Correggio di tutti i crediti vantati dalle banche e insinuati nel passivo del fallimento EnCor, corrispondenti alla quasi totalità dei crediti ammessi nel passivo del fallimento. Nel corso del 2019, il Comune ha formulato una proposta alla procedura fallimentare, nelle forme del concordato fallimentare, che gli ha consentito di recuperare la piena proprietà di tutto il patrimonio presente all’interno di EnCor al momento del suo fallimento: terreni in via Dinazzano, via Gandhi, via Impiccato, via Fossa Faiella, via Pio La Torre, oltre a numerosi pannelli fotovoltaici (che garantiscono l’erogazione di energia elettrica necessaria a immobili pubblici, nonché un surplus di produzione immessa nella rete elettrica nazionale e che genera costantemente corrispettivi che verranno incamerati direttamente dal Comune), la centrale EVA e la centrale ad olio esistente in via Mandrio. Beni il cui valore è stato stimato in circa 13 milioni di euro.
“Come abbiamo ricordato in più occasioni, nel 2016, a seguito delle sentenze di condanna del Comune a risarcire le banche finanziatrici di EnCor, avevamo depositato due esposti, sia alla Corte dei Conti che alla Procura della Repubblica, al fine di verificare le eventuali responsabilità che hanno generato un così grave danno al nostro Comune”, commenta il sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi. “La sentenza della Sezione di Appello della Corte dei Conti, oltre a confermare quanto già deciso dal Giudice di Primo grado nel 2020, da un lato accerta le singole responsabilità personali dei precedenti amministratori e dirigenti comunali e dall’altro evidenzia la bontà del lavoro svolto negli ultimi cinque anni e finalizzato a ridurre il più possibile l’impatto finanziario procurato dalla vicenda EnCor sul bilancio del Comune. A questo punto, nel pieno rispetto del diritto dei condannati di poter impugnare la sentenza della Corte dei Conti in Cassazione, faremo quanto necessario per il recupero delle somme indicate in sentenza, affinché possano essere destinate a iniziative a favore della comunità”.