“Cuori di terra. Memoria per i sette fratelli Cervi”
pubbl.: 21 Aprile 2022 - Ufficio Stampa

 “Cuori di terra. Memoria per i sette fratelli Cervi”: sabato 23 aprile, lo spettacolo del Teatro dell’Orsa al Centro sociale 25 Aprile di Correggio.

Cuori di terra. Memoria per i sette fratelli Cervi” è il titolo dello spettacolo in scena a Correggio, sabato 23 aprile, al Centro sociale 25 Aprile, alle ore 21, inserito nel programma di “Un aprile di primavera e libertà“, il calendario di iniziative promosso dal Comune di Correggio in occasione della Festa della Liberazione.
Prodotto dal Teatro dell’Orsa, di e con Bernardino Bonzani e Monica Morini, con la collaborazione dell’Istituto Alcide Cervi di Reggio Emilia, lo spettacolo si è aggiudicato il Premio Scenario per Ustica “per la lettura non agiografica della storia dei Fratelli Cervi riletta nella complessità di una vicenda che connette impegno politico e battaglie quotidiane per l’emancipazione della persona e il progresso nelle relazioni umane, nel lavoro e nella società”.
In un’aia di una corte contadina, sotto una barchessa o in una stalla, si racconta questa storia, il sacrificio di una famiglia reggiana unita come le dita di una mano, emblematica per il suo esito tragico, rappresentativa della storia di molte famiglie emiliane e di un popolo che matura una consapevolezza politica e sociale orientata ai principi di solidarietà e di umanità, in un cammino di emancipazione che inizia sul finire del 1800 e si manifesta con l’antifascismo e la Resistenza.

“Siamo partiti dall’oralità del racconto e abbiamo incontrato una grande ricchezza di situazioni, tante figure parevano venirci incontro e trasmettere una speciale energia epica”, spiegano gli autori. “A dar linfa al racconto, le parole dei libri di Alcide e Margherita Cervi, la visione delle lettere e dei documenti, gli scritti di letterati e politici, ma il lavoro ha preso cuore grazie alle testimonianze dirette, come quella di Maria Cervi, figlia di Antenore. Il punto di vista dei narratori in scena è rispettivamente quello maschile e quello femminile, come se di volta in volta a parlare fossero gli uomini, papà Alcide e i suoi figli, o le donne della famiglia, la mamma Genoveffa e le nuore, sempre presenti, a volte più silenziose, ma pronte al sacrificio e alla continuità della vita, senza perdere il senso delle cose, dei sentimenti e forse anche della storia. La ricerca sulla parola si intreccia a quella musicale, da cui riceve forza e sentimento. Le note che accompagnano lo spettacolo sono ispirate ai fatti raccontati, attingono alle suggestioni provenienti dalla musica contemporanea e, indietro nel tempo, alla tradizione dei Violini di Santa Vittoria”.

Info e prenotazioni tel. 0522.642691 (solo al pomeriggio) – cell. 340.8318317 – centro25aprile@gmail.com

CorreggioProssim@mente


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 “Cuori di terra. Memoria per i sette fratelli Cervi”: sabato 23 aprile, lo spettacolo del Teatro dell’Orsa al Centro sociale 25 Aprile di Correggio.

Cuori di terra. Memoria per i sette fratelli Cervi” è il titolo dello spettacolo in scena a Correggio, sabato 23 aprile, al Centro sociale 25 Aprile, alle ore 21, inserito nel programma di “Un aprile di primavera e libertà“, il calendario di iniziative promosso dal Comune di Correggio in occasione della Festa della Liberazione.
Prodotto dal Teatro dell’Orsa, di e con Bernardino Bonzani e Monica Morini, con la collaborazione dell’Istituto Alcide Cervi di Reggio Emilia, lo spettacolo si è aggiudicato il Premio Scenario per Ustica “per la lettura non agiografica della storia dei Fratelli Cervi riletta nella complessità di una vicenda che connette impegno politico e battaglie quotidiane per l’emancipazione della persona e il progresso nelle relazioni umane, nel lavoro e nella società”.
In un’aia di una corte contadina, sotto una barchessa o in una stalla, si racconta questa storia, il sacrificio di una famiglia reggiana unita come le dita di una mano, emblematica per il suo esito tragico, rappresentativa della storia di molte famiglie emiliane e di un popolo che matura una consapevolezza politica e sociale orientata ai principi di solidarietà e di umanità, in un cammino di emancipazione che inizia sul finire del 1800 e si manifesta con l’antifascismo e la Resistenza.

“Siamo partiti dall’oralità del racconto e abbiamo incontrato una grande ricchezza di situazioni, tante figure parevano venirci incontro e trasmettere una speciale energia epica”, spiegano gli autori. “A dar linfa al racconto, le parole dei libri di Alcide e Margherita Cervi, la visione delle lettere e dei documenti, gli scritti di letterati e politici, ma il lavoro ha preso cuore grazie alle testimonianze dirette, come quella di Maria Cervi, figlia di Antenore. Il punto di vista dei narratori in scena è rispettivamente quello maschile e quello femminile, come se di volta in volta a parlare fossero gli uomini, papà Alcide e i suoi figli, o le donne della famiglia, la mamma Genoveffa e le nuore, sempre presenti, a volte più silenziose, ma pronte al sacrificio e alla continuità della vita, senza perdere il senso delle cose, dei sentimenti e forse anche della storia. La ricerca sulla parola si intreccia a quella musicale, da cui riceve forza e sentimento. Le note che accompagnano lo spettacolo sono ispirate ai fatti raccontati, attingono alle suggestioni provenienti dalla musica contemporanea e, indietro nel tempo, alla tradizione dei Violini di Santa Vittoria”.

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